«Non mi chiedere dove era diretto questo esplosivo, lo sentirai direttamente tu dai telegiornali». E’ uno stralcio delle dichiarazioni fatte agli inquirenti, di Gaetano Arnesano 66enne tranese, arrestato in flagranza dai Carabinieri giovedì scorso nel centro storico di Trani mentre trasportava con la sua bici, quasi 3 chili e mezzo di tritolo con detonatore già pronto per esplodere. Il 66enne, secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbe dovuto consegnare l’esplosivo già confezionato vicino ad un bidone della centralissima Piazza Mazzini. Il pacco sarebbe poi stato prelevato da ignoti. E’ l’inquietante ricostruzione della Procura della Repubblica di Trani e dei militari che indagano sull’accaduto, con il Procuratore, Antonino Di Maio, che questa mattina ha voluto incontrare la stampa per fare un punto della situazione sulle indagini.
In totale sono stati 11 i chili di tritolo rinvenuti di cui poco più di sette all’interno dell’abitazione del 66enne, con piccoli precedenti e già noto alle forze dell’ordine ma ritenuto in sostanza un tecnico della materia e cioè colui il quale ha confezionato l’ordigno. Assieme a lui c’erano Anna Olivieri e Ibrahim Bichou, gli altri due fermati, che abitavano nella stessa casa dell’uomo e che hanno ammesso, secondo quanto riferito dal Procuratore Di Maio, la loro consapevolezza sia della presenza del tritolo in casa che la fabbricazione dell’ordigno.
Un ordigno pronto ad esplodere su commissione e per il quale il trasporto in bicicletta doveva apparire il metodo più facile possibile per non destare sospetti nelle forze dell’ordine. I Carabinieri hanno interrotto questo progetto criminale anche se gli inquirenti non si sono sbilanciati sulla ipotesi che l’uomo fosse già attenzionato. Al lavoro l’intelligence che adesso dovrà però chiudere il cerchio investigativo attorno all’obiettivo di quel tritolo. Il 66enne resta in carcere mentre per gli altri due arrestati c’è lo stato di fermo in attesa di convalida o meno del Gip. La Procura di Trani ha anche informato la DDA delle indagini anche se il fascicolo, per ora, resta in capo alla stessa procura tranese. Un’azione di prevenzione che il Procuratore Di Maio ha ribadito esser essenziale in una provincia che resta una bella incompiuta in termini di sicurezza visto che è assolutamente necessario accelerare la realizzazione delle sedi provinciali delle forze dell’ordine a partire dalla Questura.