Erano in tanti ieri sera i giovani, a Trani, nella Cripta di San Nicola il Pellegrino, attorno al vescovo Leonardo D’Ascenzo, provenienti da tutta la diocesi, accompagnati dai loro sacerdoti. Erano i giovani che, l’11 e il 12 agosto 2018, Papa Francesco incontrerà assieme agli giovani italiani che giungeranno a Roma da tutte le diocesi d’Italia per pregare insieme in vista del Sinodo sui Giovani del prossimo ottobre. E’ la prima volta – è stato detto ieri sera – che Papa Francesco incontrerà i giovani italiani. Quelli dell’arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie saranno 148 compresi dieci sacerdoti; con essi il vescovo Leonardo D’Ascenzo.

«Mancano meno di tre mesi all’inizio del Sinodo dei Vescovi dedicato ai giovani – ha spiegato don Claudio Maino, responsabile diocesano della pastorale giovanile diocesana in apertura dell’incontro, che è stato un momento di preghiera, riflessione, dialogo, presieduto dal vescovo – Come preparazione a questo evento il Servizio Nazionale per la Pastorale Giovanile ha pensato ad un grande incontro dei giovani italiani con il Papa ruotante attorno al titolo ‘Per mille strade … siamo qui’. Questo deve essere importante: non andremo a fare una gita, ma un’esperienza di Chiesa per incontrare Gesù».

Dopo il canto iniziale, la recita di un salmo, l’ascolto della pagina del vangelo si Luca sui discepoli di Emmaus e della testimonianza di don Michele Falabretti, responsabile del Servizio Nazionale per la Pastorale Giovanile, la riflessione del Vescovo:

«Innanzitutto vorrei dirvi questo: non è possibile farlo questa sera data la finalità di questo incontro, ma invito Don Claudio a organizzare prossimamente un incontro con voi in cui ascoltarvi soltanto, in cui voi possiate esprimere le vostre considerazioni sulla vita, su voi stessi, sul mondo, anche sulla chiesa, alle parrocchie, alle vostre comunità, o magari se avete qualcosa da comunicare a me e assieme a me … un momento dove ascoltare, magari senza dare delle risposte. Tornando a questo momento che stiamo vivendo, qual è il senso di esso? Vogliamo oggi prepararci all’incontro di Roma, dove al Circo Massimo vi sarà un incontro di preghiera con il Papa, dopo seguiranno animazione, canti, per poi raggiungere Piazza San Pietro dove celebreremo la messa con il cardinale Gualtiero Bassetti, Presidente della Cei, e dove reciteremo l’Angelus con il Papa. Ma questo momento deve essere concepito come preparazione al Sinodo che ruoterà attorno al tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. E il Sinodo non sarà il punto d’arrivo, sarà ancora un momento di preparazione alla vita, a viverla come un cammino, e la vita stessa come un percorso di preparazione. Vogliamo entrare in un percorso, in un itinerario caratterizzato da questi passaggi. Stasera è un momento di preparazione all’incontro di Roma, questo sarà di preparazione al Sinodo, e questo lo sarà di preparazione alla vita vissuta come itinerario. E la nostra vita dovrà essere concepita come tempo di preparazione all’incontro all’abbraccio finale con Gesù al termine della nostra esistenza. Ognuno di noi, però, è chiamata vivere la vita in una modalità particolare, originale, vocazionale. Tutti i passaggi della nostra vita devono essere occasione per comprendere secondo quale modalità viverla. La nostra vita è un cammino, un itinerario con un inizio e una fine con l’abbraccio con Gesù. Ma il percorso tra questi due poli come viverlo? Secondo quale modalità, diversa per ciascuno di noi, dobbiamo cercarla. Ecco il senso del Sinodo. Cercare cioè di trovare la propria modalità di vivere questo cammino. Oggi noi non ci stiamo preparando ad organizzare una gita a Roma. Questo magari possiamo farlo un’altra volta, se siete d’accordo vi accompagno io: vi porto a Roma per far visita ai luoghi più belli, poi vi porto a visitare i castelli romani. Ma le giornate dell’11 e del 12 agosto sono la nostra risposta ad una chiamata, ad un invito del Papa alla preghiera. E quando queste esperienze sono vissute nel verso giusto, accadono cose straordinarie. Proprio con Michele Falabretti, tempo fa, parlavamo di quanti giovani, vivendo o dopo di essa l’esperienza delle Giornate Mondiali dei Giovani, hanno trovato, dopo averla cercata, la loro vocazione: la scelta gioiosa alla vita consacrata, verso il matrimonio, verso la vita sacerdotale. Alcuni, in queste giornate, hanno sentito nascere un desiderio, altri incerti hanno trovato chiarezza e sicurezza sulla propria vita, altri sono entrati in crisi sentendo di essere portati per una di queste vocazioni e poi successivamente hanno effettuato una scelta con l’aiuto di qualcuno nella propria comunità. Io, concludendo, vorrei augurare a tutti noi di vivere in una dimensione diocesana questo momento di stasera, come quello delle due giornate a Roma, del Sinodo, come occasioni per comprendere la propria vocazione, quel progetto di bene al quale il Signore ci invita ad aderire. Poi potremo approfondire, ve lo dico così, brevemente, potremo farlo insieme o singolarmente: quello che Dio ha nel cuore per ciascuno di noi è già presente nel nostro cuore fin dal giorno in cui siamo stati concepiti e donati alla vita, il compito è di scoprirlo, accoglierlo, realizzare la sintonia tra quello che è già presente nel nostro cuore e quello che è nel cuore di Dio per ciascuno di noi. Più noi conosciamo noi stessi il nostro cuore più scopriamo quello che Dio vuole per noi e, viceversa, attraverso questi incontri, riflessioni, la preghiera, più comprendiamo quello Dio ha nel suo cuore per noi e più scopriamo comprendiamo noi stessi. L’augurio è proprio questo: di conoscere meglio il nostro cuore per capire Dio e di conoscere meglio il cuore di Dio per capire noi».

Dopo la riflessione di mons. Leonardo D’Ascenzo si è tenuta una breve adorazione eucaristica durante la quale tanti giovani si sono accostati al sacramento della confessione. Al termine la benedizione eucaristica.