Il gup del Tribunale di Trani, Angela Schiralli, ha rigettato la richiesta da parte degli avvocati difensori degli imputati nel processo per disastro ambientale nella discarica di Trani, Michele Zecchillo ed Antonio Ruggiero, di incidente probatorio rispetto all’espletamento di una perizia per verificare in sostanza, prima che ci fosse una modifica sostanziale dei luoghi, se ci sia stata o meno una causa naturale, come per esempio un sisma, che abbia provocato una spaccatura nel terreno della discarica sino ad arrivare allo sversamento di percolato all’interno della falda.

La decisione del giudice, difatto, permetterà l’avvio dei lavori del piano di caratterizzazione del sito chiuso ormai da oltre due anni e già al centro di alcuni lavori da parte del Comune di Trani. Per i 19 imputati, nel processo per disastro ambientale causato dalla discarica Amiu, vi sono a vario titolo la contestazione dei reati di gestione continuata di rifiuti e discarica in mancanza della prescritta autorizzazione e inosservanza delle prescrizioni contenute nelle autorizzazioni, emissioni in atmosfera non autorizzate, concorso in turbata libertà degli incanti e corruzione aggravata, omissione in atti d’ufficio. Nel procedimento sono costituiti parti civili il Comune di Trani, il Ministero dell’Ambiente e l’ex direttore tecnico dell’impianto, Michele Zecchillo.

Nel provvedimento emesso oggi dal giudice, si ribadisce come l’inquinamento in falda non possa esser legato ad una causa episodica come per esempio quel sisma del 7 marzo 2014, come sostenuto dai difensori, bensì ad una “manifestazione graduale nel tempo”. Se la causa fosse stata episodica, ribadisce il giudice, “altrettanto velocemente si sarebbero esauriti gli effetti”. Ed invece, sia nel maggio che nel giugno del 2015, i livelli di percolato in falda erano ancora presenti. In più, nel dispositivo, viene ripercorsa la storia temporale del sito a partire sin dal 2011 con i tanti controlli effettuati dall’ARPA e le diverse criticità sollevate nel corso dei vari sopralluoghi.