«Dopo dieci anni non è solo questione di rinnovo ma di dignità professionale» forte è l’attenzione richiamata dalla presidente del FNOPI, Barbara Mangiacavalli, sul rinnovo del contratto del comparto. Anche l’ordine provinciale degli infermieri della BAT, guidato dal presidente Giuseppe Papagni, si associa all’invito della Federazione Nazionale nel sostenere ogni iniziativa che punti a valorizzazione la professione infermieristica.

«Saremo al fianco degli infermieri italiani che scenderanno in piazza il 23 febbraio a Roma per protestare contro un rinnovo contrattuale che non riconosce la professionalità e la peculiarità degli infermieri. Un rinnovo che si trascina all’Aran da tempo e che è portato avanti da rappresentanti non infermieri».

L’Ordine della BAT accoglie con favore le rivendicazioni che arrivano dalla comunità infermieristica. Anzi, le sostiene fermamente e lancia la propria disponibilità a supportare qualsiasi attività atta a raggiungere un obiettivo non solo economico ma di dignità e di tutela della tenuta professionale e di quella della salute pubblica in generale.

«E’ arrivato il momento di manifestare e di abbandonare la protesta sui social e trasferirla nei suoi luoghi naturali per lanciare un messaggio chiaro ai nostri rappresentanti politici e sindacali. Gli infermieri aspettano da troppo tempo un riconoscimento sociale, economico che riporti dignità ad una professione che esprime un valore aggiunto a questa sanità ancora relegata ai retaggi del passato» continua il Presidente dell’Ordine Provinciale Papagni.

«Gli infermieri vivono giornalmente situazioni di precariato professionale a pochi euro l’ora, deprofessionalizzati e demansionati continuando, nonostante tutto, a svolgere il proprio lavoro con spirito di abnegazione. E’ arrivato il momento di dire basta. Noi metteremo in atto ogni azione per fermare questo stato di cose e lo faremo scendendo in piazza il 23 febbraio».

Gli infermieri italiani chiedono una riorganizzazione dei modelli assistenziali che portino a quell’autonomia annunciata ma mai applicata da dirigenti e politici. Gli infermieri italiani hanno titoli e competenze utili per un salto di qualità che porti ad una sanità più vicina ai bisogni del cittadino.

«Invitiamo tutti i colleghi a partecipare a tutte le iniziative di carattere politico, sindacali e professionali che servono a raggiungere tutti quei riconoscimenti annunciati e mai ottenuti, dal famigerato comma 566 rimasto purtroppo disatteso insieme alle altre leggi rimaste solo sulla carta» conclude Papagni.

«Colleghi partecipate ma fatelo liberamente, con coscienza e con l’unico scopo di fare uscire allo scoperto una comunità intera e soprattutto unita».