L’obbligo vaccinale introdotto con il Decreto Legge n° 73 del 7 giugno 2017 funziona ed ha permesso, nei primi mesi di applicazione, di far risalire costantemente i dati percentuali e numerici rispetto ad alcune delle vaccinazioni più comuni. Dai dati pubblicati dalla Regione nei giorni scorsi, infatti, si evince come sia per l’anti tetano che per l’anti morbillo, vi è stato un incremento in Puglia ben più alto di quello registrato in Italia.

Le ASL pugliesi, infatti, comunicano che al 31 ottobre scorso il dato dei vaccini per l’anti morbillo è arrivato sino al 93% con un incremento di oltre 6 punti percentuali rispetto al dato scorso dell’86,9%. In Italia l’incremento registrato è stato del 2,9%. Nelle singole aziende sanitarie, invece, la ASL BT giunge sino all’88,9% con un incremento del 2,7% mentre è exploit per la provincia di Bari dove si passa dall’86,4% al 98% per oltre 11 punti di crescita. Per quel che riguarda l’anti tetano, invece, in Puglia si sale al 95,7% della copertura al di sopra della soglia del 95% che sarebbe quella ideale per poter beneficiare della cosiddetta “immunità di gregge”. L’incremento è stato dell’1,7% in regione rispetto all’1% della nazione intera. Per la BAT si sale in percentuale dell’1,3% sino al 94% del campione coperto. Lecce ha il primato con il 97,2%.

La componente “vaccino anti-tetanico” è utilizzata come indicatore del ciclo completo della vaccinazione esavalente (difterite, tetano, pertosse, poliomielite, emofilo b, epatite b) nella fascia di età 2-6 anni e del primo e secondo richiamo con vaccino tetravalente (difterite, tetano, pertosse, poliomielite) nella fascia di età 7-16 anni. Per La componente “vaccino anti-morbillo” è utilizzata come indicatore della prima dose di vaccino anti-morbillo-parotite-rosolia (MPR) nella fascia di età 2-6 anni e della seconda dose MPR nella fascia di età 7-16 anni.