Gasry, residente ad Aversa (Caserta), e’ stato individuato dai carabinieri del Ros di Napoli, che lo tenevano sotto controllo da tempo; come imam e predicatore itinerante, era di passaggio alla stazione di Foggia dopo essere stato a Trani, in una moschea, per tenere un discorso.

Gasry, che ha gestito anche la moschea di via Isonzo ad Aversa, e’ stato condannato a seguito di processo scaturito da un’indagine avviata dal Ros, e diretta dalla Procura di Napoli, all’indomani degli attentati terroristici dell’11 settembre 2001 alle Torri Gemelle di New York. La Cassazione ha confermato la condanna per dieci imputati, otto dei quali pero’ sono tuttora all’estero. In carcere, oltre a Gasry, c’e’ dunque solo un altro componente del gruppo, Kamal Guendoz, arrestato a maggio scorso dal Ros ad Aversa. Complessivamente, l’indagine e il successivo processo hanno consentito di documentare per Gasry e gli altri indagati l’esplicito sostegno degli appartenenti all’organizzazione terroristica algerina e la loro piena riconducibilita’ al G.S.P.C. algerino (Gruppo Salafita per la Predicazione e il Combattimento).

E’ inoltre stata accertata come la struttura eversiva attiva sul territorio nazionale fosse sempre disponibile a sostenere logisticamente e operativamente i gruppi armati operanti in Algeria e prendere parte attiva alle azioni in quel Paese. Dal processo e’ emerso anche come venisse favorita l’immigrazione illegale in Italia di militanti islamisti, deputati a mantenere i collegamenti con omologhi gruppi operanti in madrepatria ed in altri Stati europei.