«Per risolvere in maniera strutturale e definitiva il problema degli scarichi a mare di Barletta, Margherita di Savoia, Trani e Bisceglie, occorre pensare a un grande progetto integrato di investimento infrastrutturale. Questo deve comprendere la ristrutturazione delle reti fognarie e il potenziamento di tutti i depuratori dei Comuni della Bat con impianti di riutilizzo delle acque reflue, se vogliamo creare le condizioni necessarie per parlare seriamente di sviluppo turistico balneare. Tutto il resto assomiglia a un pannicello caldo, che serve solo a tenere sulla corda della speranza gli operatori turistici e i cittadini, senza risolvere il problema alla fonte». Lo afferma il consigliere regionale Pd, Ruggiero Mennea, in merito alla questione sempre aperta degli scarichi a mare lungo la costa barlettana e degli altri Comuni litoranei della Bat, considerati all’origine dell’inquinamento delle acque marine.

«Sono d’accordo con il presidente Emiliano quando scrive al premier Gentiloni per chiedere altri 2 miliardi per il Patto per la Puglia», prosegue Mennea. «Ma questo ha un senso se le risorse già ottenute e quelle richieste vengono spalmate equamente e in modo strategico su tutto il territorio regionale. In particolare nella Bat dove, a oggi, sono solo previsti pochi spiccioli. Intervenire a macchia di leopardo, infatti, non serve a nulla se il problema non viene affrontato in modo integrato e complessivo. Voglio ricordare – rimarca l’esponente del Pd pugliese – che esistono attività già in cantiere per migliorare gli aspetti ambientali lungo la costa della provincia di Barletta-Andria-Trani per un importo complessivo di 15 milioni di euro, dei quali la metà da realizzare proprio a Barletta. Si tratta di attività programmate dalla Regione Puglia e finanziate grazie al Governo Renzi, che risultano oggettivamente insufficienti e, comunque, non risolvono definitivamente il problema. Bisogna, invece, fare quadrato con tutti i rappresentanti istituzionali della provincia di Barletta-Andria-Trani per richiedere un finanziamento di almeno 300 milioni nel Patto per la Puglia, che garantirebbe la realizzazione nei prossimi 5-10 anni di un’attività di manutenzione straordinaria delle infrastrutture idrauliche, idriche e di depurazione, condizione necessaria per pianificare e programmare investimenti in campo turistico».

Il consigliere Mennea ricorda, inoltre, che «i privati investono solo se esistono queste condizioni basilari, altrimenti si rischia di parlare al vento di sviluppo della nostra comunità e di utilizzare la bandiera del turismo solo per alimentare aspettative che mai si realizzeranno. Accanto a questo, deve essere incentivata l’attività di controllo e si deve realizzare – conclude – una pianificazione urbanistica locale, che metta al centro il miglioramento della qualità della vita dei cittadini e crei i presupposti ideali per incentivare investimenti privati nel settore turistico».