Al momento, l’ipotesi più concreta è quella di uno smottamento. Una crepa nella quale sarebbe penetrato dell’ossigeno che, per un innesco probabilmente casuale, avrebbe provocato la combustione.

Sono tuttora in corso le indagini da parte dei carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico sulla natura incendio che sta interessando la cava dismessa di contrada Monachelle, nei pressi della vecchia discarica di Trani. Dal sito, da oltre due settimane, continuano a fuoriuscire fumi, provenienti da più focolai (che emanano odori sgradevoli in tutta la zona), ma non è ancora possibile affermare con esattezza cosa stia bruciando.

Della questione si è interessata, nei giorni scorsi, anche la Procura locale, che ha disposto in sequestro dell’area e aperto un fascicolo contro ignoti. Provvedimento che ha fatto seguito ad un primo sopralluogo fatto dai militari, assieme ai tecnici dell’Arpa Puglia, che hanno eseguito alcuni prelievi di materiale, che adesso sarà analizzato.

Quello che appare più che probabile, è che la cava abbandonata sia stata utilizzata per lungo tempo come discarica a cielo aperto. In corrispondenza dei quattro-cinque focolai presenti, sarebbero stati individuati, infatti, materiali di risulta di recente stoccaggio. A bruciare, incessantemente, sarebbe quindi un importante quantitativo di rifiuti, non ben precisati: copertoni, plastica o addirittura solventi di varia natura.

Nel frattempo, i proprietari del sito sarebbero già stati individuati ma sulle loro generalità vige il massimo riserbo, così come sulla loro eventuale iscrizione nel registro degli indagati.