«Perché ad Andria parlano di mistero? La riapertura della discarica di Andria è certa». Lo afferma Antonio Procacci, portavoce del movimento Trani#ACapo.

«La Daneco», spiega Procacci, «ha firmato una transazione con l’Amiu di Trani e all’articolo 11 è scritto testualmente che “in considerazione del fatto che è in prossima apertura la discarica di Andria, rispetto alla quale Daneco Impianti Spa risulta concessionaria, la stessa Daneco si obbliga, in forza del presente atto transattivo, ad accettare i conferimenti dei rifiuti di Amiu (Comune di Trani) nella predetta discarica. Il vantaggio per Amiu è che gli importi per detti conferimenti saranno compensati con tutte le somme dovute da Daneco ad Amiu. Non solo, all’articolo 13 della transazione, Daneco si è impegnata ad accettare la partecipazione di Amiu in un’eventuale costituenda società per gestire la discarica di Andria».

«Delle due l’una», sottolinea Procacci: «o la riapertura della discarica di Andria è certa e pertanto non c’è alcun mistero oppure Amiu di Trani deve spiegare il perché stia accettando di firmare un accordo che si basa, fra le altre cose, su un’eventuale e non una certa riapertura della discarica di Andria».

«La verità», prosegue Aldo Procacci, capogruppo di Trani#ACapo, «è che sulle discariche non c’è chiarezza, ad Andria come a Trani. A Trani, il sindaco e l’assessore Di Gregorio fanno annunci da mesi, ma di concreto non si vede ancora nulla. E intanto l’impianto di contrada Puro Vecchio continua ad inquinare la nostra città».

«L’unica certezza», aggiunge Maria Grazia Cinquepalmi, consigliera del movimento, «è che stanno consentendo una cosa illegale, ossia il prelievo di soldi dal fondo post gestione per lo smaltimento del percolato. Questa cosa è gravissima, l’abbiamo denunciata alla Procura della Repubblica e al Ministero dell’Ambiente, che ha subito chiesto chiarimenti al Comune di Trani, già peraltro silente rispetto ad un’altra richiesta formulata un anno fa dallo stesso Ministero, sempre su nostra sollecitazione».

«Il fondo post gestione», spiega Antonio Procacci, «non si può toccare, se non in presenza di una polizza fideiussoria, che non c’è. Evidentemente non spaventati della denuncia penale fatta dall’ex commissario straordinario del Comune per un ammanco di 5 milioni di euro dal fondo post gestione, l’attuale amministratore di Amiu, con l’avvallo dell’amministrazione comunale, sta utilizzando quei fondi, che peraltro vogliono utilizzare anche per la messa in sicurezza e la bonifica della discarica. Una cosa che, seppure fosse autorizzata dall’Oga e dalla Regione, sarebbe illegale, in assenza di una polizza fideiussoria».

«É materia complicata», prosegue Aldo Procacci, «ma i cittadini di Trani devono capire che quei soldi servono per mantenere la discarica nei 30 anni successivi alla chiusura definitiva dell’impianto, il post mortem. Se li usano ora, ne pagheremo le conseguenze in futuro. Dicono che è solo un anticipo, che quei soldi li recupereranno dai danni che saranno chiesti ai responsabili del disastro ambientale: e voi siete certi che qualcuno, alla fine, pagherà? Nonostante la grande fiducia nella giustizia, noi francamente non ne siamo affatto certi. Rischiamo quindi che al danno venga aggiunta la beffa. Noi non lo consentiremo e non smetteremo mai di ribadirlo».

Quale soluzioni? Per il movimento Trani#ACapo ce n’è solo una: «Il sindaco deve chiedere l’intervento del Ministero, facendo ricorso a quanto previsto dalla cosiddetta legge sulla Terra dei fuochi», spiega Maria Grazia Cinquepalmi.

«É lo Stato che deve provvedere alla messa in sicurezza e alla bonifica della discarica, alla luce di un disastro ambientale accertato dalla magistratura. Sarà poi lo Stato, se verranno riconosciute le responsabilità, a farsi rimborsare. E’ una strada che abbiamo suggerito un anno fa, ma il sindaco è rimasto con le mani in mano per un anno e tutt’ora continua a muoversi su questa storia senza la giusta determinazione, di fatto contribuendo alla continuazione del disastro».