In molti si sono dedicati alla nuova legge sul “Dopo di Noi”, approvata da qualche mese: alcuni la esaltano segnalando prevalentemente gli elementi positivi e in particolare l’istituzione del fondo, altri la criticano perché sembra non andare compiutamente nella direzione utile alla vita delle persone disabili, per altri ancora si tratta prevalentemente un’operazione economica e finanziaria a favore di interessi già presenti sul territorio nazionale.

Fabrizio Ferrante, presidente del consiglio comunale, ne è assoluto sostenitore e, infatti, pubblicamente nel corso della recente festa nazionale del Pd in piazza del Popolo, a Roma, ha parlato a sostegno della legge e lo ha fatto da genitore di un bambino autistico, Giovanni.

Il “dopo di noi” ha rappresentato un tema centrale nella vita delle persone disabili e delle loro famiglie sebbene sarebbe stato opportuno applicare le leggi già esistenti, in particolare modo la 104 del 1992 e tenere conto della Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità, andando a incrementare il fondo per la non autosufficienza per gli aspetti economici.

Luigi Mintrone, Presidente dell’Associazione Nazionale H.a.n.s.s.i.e (Handicap Associazione nazionale per la tutela dello stato sociale in Italia e all’Estero) è invece fermamente convinto che sia necessario parlare di un “durante” noi e lo fa non solo in qualità di presidente dell’associazione ma anche in qualità di genitore di due figli disabili. La legge, di fatto, riconosce solo implicitamente il “durante noi”, dando per scontato che in questo “durante” sia per così dire naturale che la famiglia possa e debba continuare, almeno fino alla morte dei genitori, a mantenere una situazione di convivenza di questi ultimi con i loro figli disabili. Con ciò sottovaluta l’estrema urgenza, che invece esiste, di sviluppare politiche concrete e diffuse orientate allo sviluppo dei processi di autonomia per tutti i disabili tesi ad aggiornare, flessibilizzare, meglio qualificare e mettere in campo nuove risorse, opportunità, servizi.