Stazione di Trani ieri, oggi e anche domani. Nella fascia oraria dalle 7 alle 8 del mattino la situazione è drammatica. Treni soppressi, treni in ritardo. Ma il vero problema non è il ritardo in se ma salire su questi treni. Persone sedute, persone nei corridoi, persone nelle zone di ingresso e uscita, persone sulle persone. Sembra un incubo ma in realtà è un treno. Arrivare a destinazione è un’impresa. E nelle successive fermate delle stazioni di linea continuano a salire pendolari. Sgomitano, urlano, si agitano. Studenti delle scuole limitrofe, studenti universitari, presidi di facoltà, banchieri e lavoratori tutti ammassati in treni caricati fino allo sfinimento.

Interpellato il controllore risponde che sono anni di proteste, anni di comunicazioni, anni di indifferenza, si allontana e va a sedersi nel posto che gli è garantito.

Nell’incredulità generale, c’è chi approfitta per non fare il biglietto, chi si lamenta, chi sviene vittima del caldo opprimente, chi si arrampica nei piani porta bagagli. Occorrerebbe investire, investire per riparare treni usurati dall’uso, investire in nuove corse che possano garantire a chi usufruisce del servizio di poter viaggiare in sicurezza perché un fatto è chiaro, se mai un treno di questi dovesse deragliare malauguratamente, sarebbe la fine.

Bisogna opporre resistenza e non viaggiare in questo modo barbaro che ricorda i treni merce con i tronchi ammassati.  Le segnalazioni ormai non si contano più. Ma i pendolari non si rassegnano a viaggiare quotidianamente in condizioni spaventose. È veramente insopportabile la situazione per i pendolari che la mattina presto si recano in stazione per prendere il treno, ammassati gli uni sugli altri in treni fatiscenti, dove si soffre il caldo e la sicurezza praticamente non esiste.