La rassegna di documentari musicali, curata dall’autore e regista Lucio de Candia, vuole omaggiare quattro grandi artisti contemporanei, talenti indiscussi capaci di lasciare un segno indelebile in chi li ha ascoltati e amati grazie alla potenza espressiva e all’originalità del proprio intimo e sofferto messaggio creativo.

Ai celebri Kurt Cobain, Amy Winehouse e Janis Joplin, accomunati da una vita “ribelle” e una morte prematura, si è voluto affiancare il nome di Sixto Rodriguez, autore semisconosciuto capace, senza volerlo, di conquistare il pubblico di un’intera nazione, come abilmente raccontato in “Sugar Man”, vincitore dell’oscar come miglior documentario nel 2013. Stesso prestigioso riconoscimento toccato quest’anno a ”Amy – The girl behind the name”, struggente ritratto di una giovane donna fragile e “vera”, incapace di compromessi, pronta sempre ad esprimere se stessa in musica, nonostante tutto.

Si tratta, quindi, di una selezione di qualità, costruita come un mosaico di testimonianze, performance dal vivo, interviste, suggestioni, materiali che restituiscono alla memoria i disagi e le lotte interiori che forgiano il talento dei “grandi”…perché non si “inventano” i Nirvana e non si diventa Janis Joplin da un momento all’altro.

 

Cobain: Montage of Heck

Veterano del documentario musicale, Brett Morgen accetta una sfida ostica e piena di insidie, quella di raccontare la storia artistica e biografica di un’icona del post-rock, personalità scomoda ed enigmatica, rimasta nell’immaginario collettivo grazie al suo trascinante potere simbolico. Partendo dall’infanzia di Cobain, l’autore ricostruisce un percorso di esperienze spesso dolorose, stimoli creativi, esibizioni artistiche in crescendo verso una notorietà non ricercata ma inevitabile. Il mondo interiore del protagonista emerge nella sua emozionante e sofferta complessità, nella ricerca di un adattamento ad un ruolo ingombrante, pieno di responsabilità sociali ma anche private. Nonostante i tentativi dell’autore di sondare il passato per spiegare il “finale” di una vita al limite, l’insondabile e il mistero avranno la meglio…a suggellare il fascino intramontabile di una vera rock star.

 

Amy – The Girl Behind the Name

Film diretto, a volte crudo, intenso, “Amy” è un omaggio postumo alla donna prima che all’artista, è la traccia tangibile di un percorso di emancipazione personale destinato a soccombere davanti al peso del talento e della sorte; emancipazione dal passato, dalla famiglia, da tradimenti laceranti, mai accettati. Ma in fondo la vera forza compositiva di Amy era proprio la sua fragilità, quella sensibilità che le ha permesso di raccontarsi senza veli in un trionfo di energia e pura emozione. Il documentario ha il merito di lasciare la parola ai fatti e alle testimonianze di chi per lei è stato importante, di non cercare interpretazioni o facili giudizi e di restituire anche a chi non aveva avuto modo di apprezzarla in vita il ritratto di un’artista raffinata e di un’adorabile donna, che rimarrà eternamente giovane.

Sugar Man

Premiato con l’Oscar come migliore documentario nel 2013, Sugar Man rappresenta un viaggio sorprendente nella periferia americana, la ricostruzione del puzzle della vita di un vero artista, Sixto Rodriguez. Del vero artista Rodriguez ha il talento, la formidabile energia creativa, ma soprattutto la sensibilità nel comunicare messaggi umani universali. Si tratta di fatto di un film musicale di inchiesta, categoria quasi inedita, unica in grado di inquadrare in qualche modo un racconto nato per caso e che, trascinato dalle scoperte, diventa sempre più intrigante e avvincente. Sixto Rodriguez viene ad assumere involontariamente il ruolo di eroe fuori dagli schemi, portavoce, grazie ad un’umanità e un talento rari, di un mondo nascosto, quotidiano, lontano dalle storie patinate fatte di ambizione e successo, ma capace ugualmente, per una volta, di far accendere i riflettori.

Janis

Realizzato con il sostegno della famiglia della cantante, “Janis” nasce come atto di giustizia contro l’oblio, rappresenta la testimonianza di una vita di speranze, dolori e riscatti trascorsa all’insegna degli eccessi e diventata ormai metafora di un’intera generazione di musicisti. Il punto di forza del film risiede nella complessità stessa della protagonista: l’autrice sceglie infatti un approccio non invasivo, lasciando spazio a riprese di repertorio e ad estratti di concerti dal vivo che hanno fatto la storia del rock e raccontano da soli le mille sfaccettature di una personalità contraddittoria e straripante. La visione del documentario propone un salto nel passato e una riflessione su quanto il  messaggio e lo stile interpretativo dell’artista siano moderni, attuali.