Il fabbisogno nazionale di sangue intero, secondo le indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità, è calcolato in 2.300.000 unità mentre quello del plasma è di 850.000 litri. Per raggiungere queste cifre i donatori dovrebbero essere almeno 1.300.000.

Il sangue umano è un fluido viscoso di origine naturale, indispensabile alla vita e soprattutto non riproducibile artificialmente. L’impossibilità di ottenerlo tramite procedimenti chimici e il suo larghissimo impiego terapeutico rendono il sangue sempre insufficiente. Non c’è istituzione o singolo che, da solo, possa far fronte a questa perenne emergenza che può essere superata solo con la consapevolezza e la solidarietà di tutti i cittadini.

Domenica 10 Aprile presso l’unità di raccolta fissa in Viale Padre Pio, l’Avis Trani con la campagna “Fai sbocciare l’amore” vuole insistere ancora una volta non solo sulla necessità di avere a disposizione più sangue possibile, ma anche spiegare quanto donare il sangue sia un atto di sensibilità e di consapevolezza necessario.

Prima di essere ammessi alla donazione si viene sottoposti a una accurata visita medica e a esami diagnostici e strumentali. Per donare sangue bisogna avere un’età compresa tra i 18 e i 65 anni, essere in buone condizioni fisiche e non avere un peso inferiore ai 50 chilogrammi.

Donare il sangue è un atto di sensibilità e responsabilità nei confronti degli altri e di sé stessi. Per questo, in alcuni casi, è bene autoescludersi dalla donazione. Alcune gravi malattie infettive, come epatite virale, AIDS, sifilide e atre ancora possono essere trasmesse dal donatore al ricevente. Il periodo d’incubazione di queste malattie è piuttosto lungo e non mostra, di regola, apparenti sintomi clinici o alterazioni. Comportamenti a rischio di trasmissione di malattie infettive virali controindicano la donazione di sangue.

Donare il sangue può davvero salvare una vita o addirittura più vite.