«Stamattina abbiamo convocato una conferenza stampa urgente. Lo abbiamo fatto dopo che è passato invano il termine ultimo (le 9.30 di oggi) per aggiungere (d’urgenza) la ricapitalizzazione di Amiu all’ordine del giorno del Consiglio comunale di domani. Quindi domani non si parlerà di Amiu. E sapete come andrà finire domani? Che il Consiglio non si terrà. Il gioco infatti è quello di far andare deserta la seduta così che si possa andare in seconda convocazione (prevista per il 5 aprile) e aggiungere la ricapitalizzazione di Amiu entro le 9.30 del 4 aprile. Tutto questo fregandosene del fatto che il  28 dicembre il Consiglio comunale aveva dato 90 giorni all’amministrazione per portare in Consiglio una proposta di ricapitalizzazione e fregandosene, ancor più, del fatto che amministratore unico di Amiu e presidente del collegio sindacale, nell’assemblea dei soci del 30 dicembre 2015, hanno messo a verbale che trascorsi 90 giorni da quel momento avrebbero dato avvia alle procedure per lo scioglimento della società. Cosa faranno, a questo punto, Guadagnuolo e Battista? Secondo quello che loro stessi hanno dichiarato dovrebbero già nella giornata di domani recarsi alla Camera di Commercio per avviare la procedura di scioglimento della società. Cosa che, in verità, avrebbero dovuto fare già da un pezzo considerando che per la legge siamo già fuori tempo massimo.

A questo punto non possiamo prevedere cosa accadrà. Di certo possiamo dire che il sindaco Bottaro sta facendo correre un grandissimo rischio all’Amiu, ai dipendenti dell’Amiu, ai fornitori dell’Amiu e a tutti i cittadini di Trani. Comunque vada, a questo punto, sarà un fallimento. Di cui il sindaco e l’amministratore di Amiu dovranno prendersi tutte le responsabilità. Comprese quelle di aver continuato a far operare per quasi un anno una società priva di capitale sociale. All’elenco di quelli che dovranno assumersi delle responsabilità aggiungiamo tutti quei consiglieri comunali che dovessero votare per la ricapitalizzazione di Amiu, gettando dalla finestra 4,7 milioni dei cittadini di Trani. Da incoscienti.
Noi crediamo che l’unica soluzione possibile, a questo punto, sia la messa in liquidazione della società, senza con questo mettere per strada i dipendenti di Amiu. Concordando il percorso con l’Aro (cosa che si poteva e si doveva fare già da mesi) si potrebbe far emettere un’ordinanza affinché una delle società che gestisce la raccolta dei rifiuti nelle città limitrofe possa subentrare ad Amiu, svolgendo il servizio fittando il ramo d’azienda di Amiu dal commissario liquidatore. Così facendo i dipendenti continuerebbero a lavorare per Amiu, nelle more della liquidazione. Nel frattempo si potrebbe procedere alla costituzione della società unica fra Barletta, Trani e Bisceglie e quindi conferire definitivamente il ramo d’azienda alla nuova società. A quel punto resterebbe in piedi solo la cosiddetta “bad company”, che verrebbe liquidata senza che i cittadini di Trani debbano versare un solo centesimo. Naturalmente è una descrizione semplicistica, ma qualora ne avessimo la possibilità siamo pronti a far illustrare dai nostri tecnici questo percorso a un tavolo di lavoro.

E’ da agosto scorso che abbiamo dato la nostra piena disponibilità al sindaco. Siamo stati ignorati e insultati. Ora, nonostante questo, siamo pronti a fornire il nostro contributo. Ma non ci si venga a chiedere di buttare quasi 5 milioni dei tranesi in una società che non ha futuro. Senza considerare che il Comune di Trani quei 5 milioni non ce li ha. I tranesi hanno già dato abbastanza, ora basta».